| | | OFFLINE | | Post: 850 | Registrato il: 03/10/2009 | Sesso: Maschile | UTENTE Topmanga | Grado 4 | |
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02/01/2013 12:19 | |
CdT.
A me non tanto, il mio paese all'epoca non doveva essere molto invitante, non perché particolarmente povero, anzi (esisteva oltre ad un vivace settore agricolo un importante stabilimento tessile fondato da una scoietà svizzera, poi nazionalizzata, per la cronaca decotta negli anni '90, oltre a vari opifici dedicati alla trasformazione dei prodotti della terra) o perché isolato (in fondo si trova a pochi chilometri da città importanti come Napoli o Salerno, ci sarebbe voluto più tempo per raggiungerle in baroccio anzichè con l'auto, ma non si tratta di distanze siderali, e comunque c'era già il collegamento ferroviario), ma per certe condizioni esistenziali che per me che vivo nel XXI secolo sembrano molto difficili, i miei nonni e i miei zii (e parlo di un'epoca posteriore di qualche decennio alla data indicata nel titolo del thread) mi hanno raccontato di come fosse difficile camminare in strade dove si trovavano sovente resti della presenza dei cavalli, oppure di come si dovesse vivere in case che spesso non avevano acqua corrente e bisognava andarla a prenderla alla fontana, di un riscaldamento basato sugli scaldini (o, come si chiamano dalle mie parti, "e' vrasere") dato che pochi o punto potevano permettersi stufe e camini, di un sistema scolastico poco frequentato (e si chiudeva un occhio quando non due) e con poche attrattive (fino agli anni '50 nel mio paese non c'era la scuola media e si è dovuta attendere la fine dei '70 per il liceo), di uno sfruttamento del lavoro che si cominciava da piccoli e continuava praticamente vita natural durante, di una mortalità infantile molto alta ecc.
A volte sento parlare di "bei tempi andati", quando sento notizie del genere mi chiedo a quali di preciso si riferiscano... |